Un pomeriggio in spiaggia

Di questi tempi si parla molto di giovani e giovanissimi che hanno voglia e bisogno di divertirsi, soprattutto dopo un lungo periodo problematico come quello che abbiamo vissuto.
L’energia dei ragazzi è straripante, si esprime soprattutto di notte e si scontra con le esigenze degli adulti, di quelli che di notte vorrebbero dormire. Di notte,  giovani e giovanissimi fanno largo uso di alcool, con tutte le conseguenze del caso. Ma perché? Perché hanno bisogno di bere – e bere tanto –  per divertirsi? È una domanda che mi sono posta spesso senza mai riuscire a trovare una risposta. Il tema infiamma le estati di Ischia da tanti anni. E altrove la situazione non è certo diversa.

In un articolo pubblicato qualche anno fa sul vecchio blog, propongo un confronto tra ieri e oggi. Sono consapevole che i confronti tra epoche diverse lasciano il tempo che trovano.  Io infatti concludo con una domanda.

L’ombrellino

Dal vecchio blog. 29 luglio 2015

Teresa mi ha telefonato qualche giorno fa: “Ma che fai, non scendi?“. Tere’, fa caldo! le ho risposto “Hai ragione, è meglio il mare. Per il caffè ci sarà tempo“.
Me ne vado al mare, negli orari più freschi. Sotto al vecchio carcere anche nel pomeriggio inoltrato, trovo Mina, la mia vecchia amica.

È distesa al sole nei pressi del suo ombrellino. Mi siedo accanto a lei per fare quattro chiacchiere. Riprendiamo il discorso da dove l’avevamo lasciato qualche giorno prima.
I ragazzi non hanno più voglia di ‘star fuori’ come una volta – mi dice lei – Non sentono il bisogno dell’aria aperta …” Già, a volte pare che vogliano rintanarsi.

E la mente torna alle estati di tanto tempo fa. L’aria aperta era la nostra meta, il sogno sui banchi di scuola. Le mattine d’estate cominciavano abbastanza presto. Per le 11:00 si era già in spiaggia, gli arenili erano ampi. In riva al mare si poteva giocare a pallone o a tamburello, senza rischiare di ammazzare nessuno. E poi di corsa a casa per il pranzo.

Dopo bisognava dormire o perlomeno riposare. Dalle 2 alle 5 del pomeriggio non si poteva uscire e far baccano. Era la controra. Per strada c’erano i Munacielli  come di notte, ci dicevano le mamme. Ma dalle 5:00 del pomeriggio ci aspettavano i cortili, pieni di ragazzi del vicinato, forestieri o locali. Sì, i cortili c’erano sempre.

Ma quando le giornate erano lunghe e calde, alle 5:00 tornavamo in spiaggia. Il mare era la libertà. A quell’ora c’era davvero poca gente. Di solito portavamo un barattolo pieno d’acqua e farina, tappato con una pezza bucata. Lo immergevamo nell’acqua limpida  a pochi passi dalla riva. I pesciolini abboccavano, entravano numerosi. Li catturavamo con curiosità e gioia. Ma poi restituivamo loro la libertà.
Sì, la libertà … il mare era libertà.

Mi scuoto dai ricordi. Mi guardo intorno. Sono le 7:00 di sera, la spiaggia, che si era affollata intono alle 2:00, comincia ad essere meno pregna di gente. Il mare è occupato da tante barche che quasi oscurano l’orizzonte. Il tratto di spiaggia libera è trasandato e trascurato. Poco distante da noi i resti di un falò che nessuno ha provveduto a rimuovere.  Più in là un gruppo di ragazzi prova a giocare a pallone, in mezzo a macchine, sedie, cartelli di divieto…
I ragazzi non hanno più voglia di stare all’aria aperta!”  O forse siamo noi che abbiamo tolto ai ragazzi qualsiasi idea di libertà?

Laura Mattera Iacono

Sono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web. Su questo blog racconto Ischia tra chiacchiere e caffè. Scrivo contenuti per il web per aziende turistiche di Ischia, Procida, Capri e Napoli

Per info ⇒ Chi sono 

2 commenti
  1. Keep Calm & Drink Coffee
    Keep Calm & Drink Coffee dice:

    La tua domanda rappresenta la giusta conclusione direi. Troppo spesso si addossano colpe ai ragazzi ma con lo stesso ardore avremmo dovuto preservare le condizioni di vita che abbiamo avuto noi.
    Anche lo stesso concetto di controra è scomparso, grazie per averlo ricordato.
    Ma cosa sono i munacielli?

    Rispondi

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