Ischia Ponte: la libreria

Libreria Imagaenaria Ischia Ponte
  • Uno dei tanti gioielli di Ischia Ponte è la libreria Imagaenaria, l’unica indipendente sull’isola.   Dopo il caffè Teresa, Isabella e io passiamo spesso di là. Una mattina mi è capitato di fare due chiacchiere con Antonietta, una delle libraie. Abbiamo parlato di librerie e di editoria. Sentite un po’ cosa mi ha detto.

Arrivando a Ischia Ponte

Quando prendiamo il caffè a Ischia Ponte, ci vien sempre voglia, appena dopo, di fare quattro passi per il borgo e la libreria Imagaenaria è quasi una tappa fissa. Camminando in direzione del Castello, la si vedrà spuntare come per magia.  I  libri colorati e sempre ben sistemati sono un marchio che attirano il lettore molto più di qualsiasi insegna luminosa. È collocata nello storico Palazzo dell’Orologio, dove una volta c’era l’Ufficio  postale.
Il suo fondatore, Enzo Migliaccio, aveva aperto una prima libreria, La Gaia Scienza, che era situata poco lontano da lì, al  piazzale Aragonese. Qualche anno dopo il buon Enzo creò anche una casa editrice che chiamò Imagaenaria. Quando, alla ricerca di nuovi spazi, cedette La Gaia Scienza, si sistemò lì, dando alla nuova libreria lo stesso nome della casa editrice.  Enzo Migliaccio purtroppo non c’è più, ma ha lasciato in eredità tutta la sua competenza a Barbara, Antonietta e Fabio che oggi si occupano della libreria.

Libreria Ischia PonteQuando entri,  hai subito una sensazione di accoglienza molto calda. Ti accorgi che lì puoi trovare, oltre ai libri, anche le parole giuste. Se vuoi approfondire un certo argomento e hai le idee confuse, puoi chiedere aiuto. Se vuoi fare un regalo, ti basta descrivere gli interessi del destinatario per ricevere il consiglio adatto. E se solo vuoi dare un’occhiata, e curiosare un po’, sarai sempre il benvenuto. Ci sarà anche Cenerella pronta a farti le fusa.

Editoria e librerie

Ischia Ponte Con Antonietta una mattina mi ritrovo a parlare di librerie che chiudono e di editoria in crisi.  Ci siamo occupati dell’argomento anche al gruppo lettura, ricordate?
Se devo essere sincera, a me non ha fatto troppa impressione la chiusura delle grandi librerie legate a case editrici, come La Feltrinelli.  Quel tipo di negozi mi dà più l’idea di un  supermarket nel quale non sempre il commesso o la commessa di turno sa indirizzarti nel modo giusto.
L’aspetto che invece mi amareggia è la chiusura delle librerie tradizionali.  L’idea è che questo possa rientrare in generale nel discorso della chiusura delle botteghe e in particolare nella crisi dell’editoria.
Ad Antonietta chiedo subito una cosa: non è che sulla crisi delle librerie incida la mania, diffusa soprattutto in Italia, di diventare scrittori? L’autopubblicazione e l’editoria a pagamento comportano un abbassamento della qualità e un allontanamento dei lettori.

Antonietta mi risponde con chiarezza: “No, questo influisce poco. I libri autopubblicati o legati all’editoria a pagamento, con marchi di pseudo case editrici, non entrano nel circuito della distribuzione.  È compito dello stesso aspirante autore cercare di piazzare le copie.” Compito difficile, immagino. Ecco perché questi libri si vendono soprattutto online.

E allora, spiegami cosa succede. “Quello che influisce nella gestione della libreria – spiega ancora Antonietta –  è la gran quantità di libri che le stesse case editrici pubblicano.  Dopo pochi mesi la stragrande maggioranza delle novità va in resa, cioè torna invenduta nei magazzini di editori e distributori.”  Voglio capire bene il meccanismo e insisto: perché i libri invenduti costituiscono un problema per le librerie? Non dovrebbe essere piuttosto un problema delle case editrici? Antonietta chiarisce subito: “Il meccanismo comporta costi molto elevati per il libraio indipendente che già guadagna poco dalla vendita. Deve acquistare i libri e poi sostenere le spese di movimentazione”.  I pacchi che arrivano e  partono sono a carico del libraio. Un gioco che sembra insensato, se non addirittura perverso E Antonietta sottolinea:  “Il discorso è un pochino diverso per le catene che lavorano in regime di semi monopolio. Sono marchi che pubblicano-distribuiscono-vendono, quindi hanno un altro potere contrattuale” . La conclusione di Antonietta è terribile “Da troppo tempo ormai le case editrici inseguono le tendenze dell’industria culturale. Ora è il momento di youtubers, blogger e personaggi che nascono sui social e si rivolgono al pubblico giovane/giovanissimo ma anche adulto. Gli editori impiegano molte risorse nella speranza di intercettare o creare il fenomeno che ti risolleva il trimestre”. E quindi distolgono queste risorse da altri fronti come la cura redazionale o l’attenzione al catalogo che spesso viene lasciato in secondo piano.
Cenerella in libreria Un discorso complesso che presto approfondiremo. Intanto, quello che ci consola è che da Imagaenaria trovi libri e consigli di qualità. E pure le fusa di Cenerella. Se vi trovate a passare per Ischia Ponte, fateci un salto.

Fin qui l’articolo pubblicato nel febbraio del 2020.
Da allora purtroppo la libreria di Ischia Ponte ha perso un personaggio importante. Cenerella, la mitica gatta che aveva scelto di vivere lì, ci ha lasciato.

In Libreria tutti la ricordano sempre con tanto piacere.

Laura Mattera IaconoSono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web

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