Barano d’Ischia: il borgo di Testaccio

Borgo Testaccio sfondo S Angelo

Mi capita talvolta di leggere frasi di questo genere:
Barano d’Ischia è un Comune con poche risorse. La sua unica fortuna è la spiaggia dei Maronti.” Davvero è così? Io a Barano ho scoperto tante cose bellissime, ma poco conosciute. Una di queste è il borgo antico di Testaccio. Oggi vi racconto una passeggiata molto interessante con una guida d’eccezione.

È una bella mattina di sole. Anna, Teresa e io ci incontriamo per il nostro caffè a Ischia Ponte. D’improvviso mi viene un’idea: vogliamo andare a Testaccio? Era da tempo che volevo visitare il borgo antico, quello che sorge tra la Chiesa di S. Giorgio e la Torre. 

Anna e Teresa accettano volentieri. Mentre ci incamminiamo, avverto Anna Rosaria, un’amica che da anni vive a Testaccio e può farci da guida. Lei accetta subito entusiasta.

E così poco dopo ci incontriamo nella piazza della frazione di Barano, proprio davanti alla statua di S. Giorgio. A poca distanza da noi il Bar Gina e una panetteria dalla quale proviene un profumo davvero invitante. Ci faremo una capatina al ritorno. 

Guidate da Anna Rosaria ci inerpichiamo per via S. Giorgio, una viuzza che porta verso l’alto. La strada non sembra ben curata, per la verità. A un certo punto Anna Rosaria ci indica un incrocio: “Questa. sulla sinistra è via Giorgio Corafà. Fino agli anni ’60 era l’unica strada che conduceva  ai Maronti”. Una strada ricca di storia.
Noi proseguiamo verso l’alto. Tra una vecchia cantina e qualche casa abbandonata, sorgono anche costruzioni ristrutturate di recente. A passo rapido giungiamo alla terrazza su cui sorge la Torre. 

La vista che si para davanti ai nostri occhi è indescrivibile: verde, mare, sole. E S. Angelo sullo sfondo. Teresa sbotta: “Neanche sospettavo che esistesse questo posto”. Anna guardando il panorama si lascia andare ai ricordi: “laggiù abitavano i miei nonni”.

S. Angelo da TestaccioAnna Rosaria comincia a darci qualche informazione storica: “Anticamente in quella valle esisteva un sudatorio. Ne parla anche Iasolino nel suo studio sulle acque termali di Ischia. Si trattava di stufe che curavano diverse patologie e a beneficiarne furono diversi personaggi illustri che hanno soggiornato qui, come il filosofo inglese Berkeley e il conte Giorgio Corafà”. 

Oggi però non c’è più traccia del sudatorio. 

La Torre è chiusa, purtroppo. Anna Rosaria spiega: “Fino a poco tempo fa era aperta, ha ospitato anche eventi come presentazioni di libri, concerti e altro. All’interno si poteva ammirare una mostra di dedicata alla pesca”. In effetti qui, come in molte parti dell’isola, mare e terra si fondono.

Si raccontano tante storie in proposito: “In un tempo non troppo lontano questo era un punto d’incontro importante. Le mogli dei pescatori venivano qui ad aspettare i pescherecci. Quando li vedevano spuntare attendevano un gesto convenuto.  Il remo sollevato verso l’alto era il segnale giusto. Subito le donne correvano in spiaggia, prendevano le cufanelle con il pesce appena pescato e lo portavano vendere al mercato.”

Ma la torre è molto antica,  vero? chiedo

– spiega Anna Rosaria – risale alla fine del XV secolo, in un’epoca di grandi scorribande dei pirati. Queste torri servivano come avvistamento, ma anche per dare ricovero alla popolazione. È di base quadrangolare, come è tipico per le torri costruite in epoca aragonese. Nel corso dei secoli è appartenuta a diverse famiglie locali. Oggi è di proprietà del Comune di Barano”. 

Un vero peccato che sia chiusa. 

Proseguiamo nella nostra passeggiata e poco dopo ci troviamo davanti alla Chiesa di S. Giorgio. Anche questa purtroppo è chiusa.

È molto antica. Secondo alcune fonti risale addirittura al XIV secolo”.  Una lapide sulla facciata ci dice che la Chiesa è stata ristrutturata nel 1910 ad opera degli emigranti del Nord America.

Spero di tornarci quando è aperta, magari nel giorno di S. Giorgio, il 23 aprile.

Mentre ci avviamo sulla strada del ritorno, Teresa chiede: “I turisti conoscono questa zona?

Anna Rosaria risponde rammaricata: “Molto poco. La zona è animata solo quando si tiene qualche evento”.

Ma qualcosa si potrebbe fare, insisto io.

Certo! Tempo fa, a conclusione di un corso specialistico per il turismo, avevo presentato un mio progetto per il recupero della zona”. Interessante.

Avevo pensato a un progetto di turismo sostenibile, quella forma di turismo che mette al centro il luogo con la sua cultura, le sue tradizioni, i suoi abitanti. Il turista che arriva, si integra nel luogo e vive la sua vacanza a stretto contatto con i residenti. Da questo punto di vista, il borgo antico di Testaccio si presta molto. Potrebbe essere una contrada-albergo”.

Spiegati meglio

Chiesa S Giorgio Testaccio BaranoHo individuato qui nel borgo alcuni palazzi e case antiche nelle quali il turista potrebbe alloggiare e usufruire di alcuni servizi. La Torre potrebbe essere il punto di riferimento come centro informazioni o punto di ritrovo per alcuni eventi, non solo presentazioni di libri o concerti, ma anche mostre di artigianato locale. La Chiesa con lo spazio intorno potrebbe essere un punto d’incontro, non solo religioso”.

Insomma, una contrada che sviluppa la sua vita intorno agli edifici principali, in questo caso la Torre e la Chiesa. A me sembra molto interessante. Certo non sarebbe adatto al turismo di massa, anche per capacità ricettiva. 

Progetti del genere si rivolgono a quei turisti che sono interessati ai luoghi e a vivere a diretto contatto con l residenti”.
Ma dando un pochino di vivacità alla zona, tutto il borgo ne trarrebbe giovamento, a cominciare dalle attività nella vicina piazza principale. E Testaccio non sarebbe più semplicemente una tappa prima dei Maronti. Speriamo che qualcuno raccolga questo messaggio.

Intanto arriviamo all’incrocio con via Corafà. Qui incontriamo la signora Agnese: “Uè hai portato a spasso queste signore?”. Scoppiamo a ridere, non siamo turiste. Siamo di Ischia Ponte.

Anche io sono di Ischia Ponte”, e comincia a snocciolare le sue parentele e conoscenze. 

È la custode dell’antica Chiesa S. Maria delle Grazie. Entriamo un attimo ad ammirare.

Si è fatto tardi, è quasi ora di pranzo. Anna Rosaria deve correre a casa, anche noi abbiamo fretta. Ci infiliamo nel sotto passo che ci conduce fino alla piazza.

Ma prima di salutare Testaccio non possiamo fare a meno di passare in panetteria. 

E qui un’altra sorpresa: una delle signore che serve al banco è di Ischia Ponte. Riconosce Teresa e Anna. Io intanto faccio scorta di pane e sfizioserie.

E ci diamo appuntamento a presto.

Volete arrivare a Testaccio? 

Autobus n. 5 da Piazzale Trieste e Trento a Ischia porto. 

Fermatevi in piazza, prendete un caffè al Bar Gina e chiedete le info per la Torre e la Chiesa di S. Giorgio. Al ritorno, rifocillatevi in panetteria e prendete un po’ di sole in piazza.
Poi, se avete voglia, potrete arrivare anche a piedi alla spiaggia dei Maronti. Dista solo 10 minuti.

L’auto? Lasciatela a casa

Laura Mattera Iacono

Sono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web. Su questo blog racconto Ischia tra chiacchiere e caffè. Scrivo contenuti per il web per aziende turistiche di Ischia, Procida, Capri e Napoli

Per info ⇒ Chi sono 

8 commenti
  1. Anna
    Anna dice:

    È sempre bello leggerti , seguirti da Ischia Ponte a punti dell’isola che spesso non conosco !
    Testaccio mi ha sempre affascinato, il suo borgo interno sia da un lato che dall’altro della piazza quello che poi porta anche alla Scarrupata. Ho solo avuto modo una volta di scendere a piedi fino ai Maronti utilizzando l’antica strada.

    Rispondi

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