Le donne di Alba De Céspedes
Alba de Céspedes (1911-1997), è una scrittrice e giornalista, che in Italia ha avuto un grande momento di notorietà negli anni ’60 e ’70. Per un certo periodo era caduta in oblio, oggi è riproposta dalla Mondadori. È capitata quasi per caso nel gruppo lettura attirando il nostro interesse per la sua capacità di raccontare le donne. Ma i suoi racconti sono ancora attuali? Ne abbiamo discusso a lungo
Donne oggi
Alba De Céspedes è ancora attuale?
Ci incontriamo a Ischia Ponte nell’unico bar aperto in questo freddo inverno ischitano. Una comoda saletta accoglie il nostro piccolo gruppo. Luci soffuse, atmosfera calda. Con un pizzico di fantasia, mi sembra di essere intorno a un camino: siamo tutte pronte a raccontare e sentir raccontare.
Siamo solo donne e, per gli argomenti dei libri che trattiamo, è forte la tentazione di parlare di noi, delle nostre esperienze familiari e sociali. Ciascuna di noi ha una storia diversa, ma tutte abbiamo affrontato ostacoli.
Alba de Céspedes è capitata per caso nei nostri discorsi imponendosi con una forza irruente.
Per il mio compleanno ho ricevuto in regalo Dalla parte di lei, una lettura che mi ha davvero travolto.
Contemporaneamente Giovanna, la nostra amica italo-americana, si è entusiasmata per Quaderno proibito che è appena uscito negli Stati Uniti suscitando l’ interesse dell’opinione pubblica.
Sulla scia di Elena Ferrante – ci spiega ancora Giovanna – gli Americani stanno scoprendo la letteratura italiana, soprattutto quella femminile. Non è un caso che la traduttrice di Quaderno proibito sia Ann Goldstein, la stessa che ha tradotto le opere di Ferrante e l’Isola di Arturo di Elsa Morante.
Probabilmente, ci spiega ancora Giovanna, nel caso di Quaderno proibito è la forma intima del diario ad attrarre.
Vediamo di cosa si tratta.
Siamo nel secondo dopoguerra. Valeria una domenica mattina esce di casa per fare due passi mentre marito e figli ancora dormono. Pensa di comprare un dolce per il loro risveglio, ma poi si ferma davanti a una tabaccheria. Un quaderno esposto in vetrina l’attira inesorabilmente. Vuole comprarlo. Non sarebbe possibile, perché di domenica ai tabaccai è proibito vendere altro se non tabacchi. Lei insiste per averlo, il tabaccaio cede, ma le raccomanda di nasconderlo bene.
E lei lo nasconderà, per strada ma anche in casa. E quel quaderno diventerà proibito anche per tutto quello che la protagonista riuscirà a scrivere, trovando se stessa.
In Dalla parte di lei la protagonista, Alessandra, affronta le inquietudini familiari, dapprima con la complicità della madre – che poi morirà suicida per non cedere alle pressioni ambientali – poi da sola.
Ma pur da sola, Alessandra riuscirà a imporre se stessa, a trovare la sua strada, a scegliere la sua vita. Al suo fianco avrà sempre la madre, che paradossalmente con il suo gesto tragico, le ha lasciato un messaggio forte. “Non ci piegherete”, è il pensiero costante di Alessandra quando affronta il padre o la nonna. Alessandra avrà nella madre un appoggio forte che la sosterrà per tutta la vita.
Ecco uno degli argomenti che ha animato la nostra serata:
Una donna, attanagliata nella morsa dei meccanismi ambientali e sociali, riesce sempre a compiere scelte consapevoli?
Le leggi familiari talvolta sono esplicite: devi sposarti e fare figli, non ti serve studiare, stai a casa a fare faccende…
Altre volte sono subdole: studia, lavora, fai quello che vuoi, poi però ne paghi le conseguenze.
In altri casi è la manipolazione a vincere.
In alcune situazioni una donna che abbia aspirazioni di vita non riesce a spuntarla, perché vinta dai sensi di colpa o perché si convince di essere dalla parte del torto, di essere sbagliata. E così si piega al volere di altri.
Alessandra, protagonista di Dalla parte di lei, non si piega perché non è sola. Dalla sua parte ha il messaggio che le ha lasciato la madre.
Il tema è complesso e lascia spazio a una piacevole discussione. Qualcuna del gruppo sostiene che i racconti di Alba de Céspedes, ambientati in epoca fascista o nel dopoguerra, siano ormai superati e che oggi la donna abbia armi sufficienti per poter difendersi e affermarsi, in casa e sul lavoro.
Io non sono convinta e mi piacerebbe conoscere anche la vostra opinione in merito.
Con il gruppo lettura continueremo a leggere Alba de Céspedes, ma io vorrei anche proporre un grande racconto di Elena Ferrante, La figlia oscura.
L’avete letto?
Sono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web. Su questo blog racconto Ischia tra chiacchiere e caffè. Scrivo contenuti per il web per aziende turistiche di Ischia, Procida, Capri e Napoli
Per info ⇒ Chi sono
Ciao Laura, ho letto un altro testo di Alba de Cespedes, “Nessuno torna indietro”: anche qui, le figure femminili, che sono diverse, fanno scelte diverse, e ognuna ne affronta le conseguenze, con anticipazioni del femminismo e regole della tradizione che impone alla donna una vita predefinita. Sulla conclusione finale, sono d’accordo con te, si è fatto moltissimo, ma c’è ancora tanta strada da fare. Ho letto anche La figlia oscura, ma non l’ho trovato così appassionante. Se lo leggete, magari lo riprendo e mi preparo a un confronto. Grazie 🙂
Grazie per la testimonianza
La figlia oscura affronta un tema terribile: la donna e la maternità, i conflitti e i sensi di colpa.
Io l’ho trovato appassionante per questo. Comunque continueremo a confrontarci
No: purtroppo non l’ho letto, ma spero di rimediare presto.
Infatti La figlia oscura è meno noto di altri. Chissà perché
Se lo leggi, fammi sapere
Ciao Laura !
Anche io ho letto questi due libri della De Cespedes e ne sono rimasta colpita.
Nel caso de “della parte di lei” nn sono molto convinta che Alessandra sia riuscita a nn farsi piegare .. penso, purtroppo, che si sia piegata e che si sia fatta travolgere dai suoi “demoni”.
Mi sarebbe tanto piaciuto che avesse reagito in altro modo. Avrei voluto che fosse riuscita come un’altra donna, di cui sto leggendo ora , Santa Chiara di Assisi. Quest’ultima ha deciso di fare una scelta di vita in netto contrasto con la visione, dell’epoca, cupa e maschilista della donna. La sua vita fu dura e piena di rinunce ma ne fu consapevole e padrona : “ha disubbidito” e ne aveva pieno diritto!
Infine anche io penso che i racconti della de Cespedes nn siano superati , oggi la donna è sempre incastrata in uno schema di preconcetti e vista come uno strumento di possesso: lo dimostrano i tanti femminicidi che accadono ; ovvio sono situazioni estreme ma sono pur sempre campanelli di allarme : sulla carta la donna è” libera”ma di fatto son tutti d’accordo in merito ?
Grazie, Angela, per la bella testimonianza.
Rifletterò su quanto scrivi su Alessandra, la protagonista di Dalla parte di lei.
Magari ne parleremo al prossimo incontro e conto sulla tua presenza.
Di Santa Chiara so poco, approfondirò, anche se la sua scelta mi sembra una resa, più che una reazione, ma sul merito sospendo il giudizio in attesa di saperne di più.
E sul tema femminicidio a cui accenni, ci sarebbe tanto da dire. Per esempio, le cronache ci dicono che diverse donne non chiudono un rapporto, anche se si rendono conto che è tossico. Perché? Sono donne che “amano troppo”? Sono donne che odiano se stesse?
Sull’ultimo punto, credo che il concetto di donna libera di scegliere, metta ancora molta paura
Laura per Santa Chiara nn si è trattato di una resa :lei ha lasciato tutto perché voleva servire Dio,come San Francesco; il problema è che,in quanto donna,nn le era permesso andare in giro per le strade per mettersi al servizio delle persone e di elemosinare . Le è rimasta solo la possibilità di chiudersi in convento, mortificando il proprio corpo, vivendo nella più totale povertà ,aspettando per esempio che fossero i francescani a portarle acqua , di svolgere lavori umili e pregare intensamente .
Con questo suo modo di fare ha messo in crisi il tradizionale sistema ecclesiastico
Dai secondo me e’una donna interessante 🤗
Grazie Angela,
mi hai messo curiosità. Devo approfondire