Il piedibus: la proposta di tanto tempo fa

Ischia traffico

Ischia muore di traffico, in estate e in inverno. Non abbiamo più voglia di camminare, usiamo l’auto per poche centinaia di metri, i mezzi pubblici non sempre funzionano al meglio, soprattutto in alcune tratte. 

Il problema del traffico in inverno si avverte soprattutto negli orari di entrata e uscita dei ragazzi da scuola. Ogni tanto si sperimenta lo scuolabus, ma nello spazio di qualche mese l’esperimento fallisce. 

Leggo sulle testate locali che nel Comune d’Ischia sta per partire l’esperimento piedibus. Bello! Non è una novità. Lanciai la proposta per le scuole elementari di Cartaromana nel 2006, ben 18 anni fa. Non se fece niente. Anche perché i problemi sulle nostre strade sono tanti e negli ultimi anni la situazione è nettamente peggiorata.
Ad esempio ci sono scuole elementari che sorgono in strade che non sono provviste di marciapiedi. Inoltre le scuole elementari sono accentrate in alcuni quartieri e da quanto mi risulta, la politica di accentramento continua. 

Il piedibus sarebbe un’ottima iniziativa se inserito in un progetto di vivibilità e mobilità sostenibile che mi pare del tutto assente. 

Anni fa, ne parlai a un caffè con Teresa. Ve lo riporto qui integralmente. Io credo che queste chiacchiere siano purtroppo tremendamente attuali. 

Il piedibus

7 febbraio 2016

Sedute al nostro tavolo, Teresa e io aspettiamo Anna che come al solito è in ritardo. Intanto facciamo quattro chiacchiere e ordiniamo il caffè.

Teresa – le chiedo – ti ricordi quando lanciai l’idea del piedibus?” Lei mi risponde ridendo: “Certo, che mi ricordo. É  stato una decina d’anni fa. Ti dissero che eri pazza“.
Sì, è proprio così. Mi dissero che ero pazza. Eppure era stato mio padre, il Dottore, a darmi l’idea. “I bambini devono camminare. Guarda qui ..“, mi disse un giorno sventolando una rivista di pediatria. Leggeva tanto, si teneva aggiornato. “In Danimarca i bambini vanno a scuola a piedi, con qualche genitore volontario che li accompagna. Il risultato è che i bambini vanno a scuola contenti, fanno movimento e socializzano. Perché in Danimarca sì e qui no?“.

Sapeva del mio impegno alla scuola  elementare di mia figlia. E se il mio spirito ribelle un tempo l’aveva spaventato, ora l’accettava. Talvolta sembrava perfino apprezzarlo. “Datti da fare, che aspetti?“.
Quell’idea che l’entusiasmava tanto,  sembrava fattibile. Mi misi  subito al lavoro. Cercai notizie e in  internet trovai tutto quello che mi serviva. Il piedibus era una realtà anche in Italia. Una pagina web apposita dava consigli dettagliati su come organizzarlo.
Così in quella scuola elementare chiesi un’assemblea dei rappresentanti dei genitori. Esposi l’idea con tanta passione: i bambini hanno bisogno di riscoprire la bellezza di  camminare e muoversi all’aria aperta, devono riappropriarsi delle loro strade, del loro quartiere. Per concretizzare il progetto basta solo qualche genitore volontario disposto a fare i turni per l’accompagnamento.

Ma in quell’assemblea mi presero a pernacchie.

Ma che dobbiamo fare, la sfilata di carnevale?“. “E chi se la prende la responsabilità?“. Qualche motivazione però non era così campata in aria: “Le strade a Ischia sono un disastro. Bastano due gocce di pioggia e camminare diventa impossibile”. E poi: “Gli zaini pesano!“.

Insomma, mi trovai di fronte a un muro. Ogni problema, anche minimo, sembrava insormontabile. Mio padre però mi incitò: “É un argomento nuovo. Non abbatterti, insisti”. E io continuai nella mia battaglia. Scrissi un lungo articolo sul Golfo, sviluppando argomenti, proponendo soluzioni ai problemi.

Qualche giorno dopo provai a coinvolgere la scuola, parlai con qualche insegnante: “É una bella idea, ma dovete vedervela voi genitori …
Eh già … la solita storia. Naturalmente non se ne fece niente.

Oggi di tanto in tanto, l’idea ritorna di moda. Eppure oggi, a distanza di dieci anni, la situazione delle nostre strade è peggiorata. Cantieri sempre aperti, pericoli costanti, amministratori che sembrano aver preso di mira i pedoni che in molte zone camminano senza la minima tutela. E si aggiunga che qualche scuola è situata in strade neanche dotate di marciapiedi.

Sulle strade di Ischia sono le auto a dominare. Si costruiscono megaparcheggi, i mezzi pubblici scompaiono.

Eppure io sono convinta che quell’idea ancora oggi si possa realizzare. Sono necessari impegno,  volontà, voglia di riappropriarsi delle strade, delle piazze, dell’aria aperta e pulita, voglia di mandare a quel paese le auto. Mi piacerebbe se quell’idea si realizzasse. E mi piacerebbe che il progetto piedibus fosse intitolato a mio padre, al Dottore.

Anna non è venuta, ma i nostri caffè sono sul tavolo. Teresa mi scuote: “Non amareggiarti, prendi il caffè che si raffredda“. Meno male che c’è Teresa!

Laura Mattera Iacono

Sono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web. Su questo blog racconto Ischia tra chiacchiere e caffè. Scrivo contenuti per il web per aziende turistiche di Ischia, Procida, Capri e Napoli

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2 commenti
    • Laura Mattera Iacono
      Laura Mattera Iacono dice:

      Considera che Ischia è un’isola, il numero di abitanti è esploso dagli anni ’60, come dovunque. Se ogni ognuno pretende l’auto personale fin dai 18 anni, tutto diventa una tragedia.
      In tutto questo, appena piove le strade si allagano, esistono strade senza marciapiedi, il servizio autobus, che un tempo era eccellente oggi lascia molto a desiderare ….

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