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Filippo Florio e l’agricoltura a Ischia

Terreno agricolo Ischia

È davvero possibile rilanciare l’agricoltura a Ischia? Qualcosa sembra muoversi. In tutta l’isola le piccole aziende agricole crescono e si fanno largo. Qualche passo avanti è stato fatto negli ultimi anni anche in politica. Ma la strada è ancora lunga.

Ne parlo con Filippo Forio, un esperto agricoltore.

Il profumo della terra

Sapori antichi tornati attuali

L’odore della terra per me è il profumo dell’infanzia. Negli anni ’60 Ischia profumava di fiori e di frutti, sempre diversi a seconda delle stagioni. I giardini erano fioriti, la terra era coltivata.
Ma i tempi sono cambiati, le case non hanno più spazi per i giardini, l’agricoltura , che all’epoca costituiva solo un misero sostentamento, è stata soppiantata dalle attività turistiche.  Il profumo dei soldi ha gradualmente sostituito quello più genuino della nostra terra. 

Tuttavia ora sembra esserci un’inversione di tendenza. Il turismo mostra qualche difficoltà. È pur vero che la gente si muove costantemente alla ricerca di vacanze, ma la concorrenza di altre mete, insieme con altri complicati fattori, ha determinato anche a Ischia un momento di forte riflessione.

Si è cominciato a ipotizzare che  l’economia di un luogo non debba basarsi su un unico elemento e che il turismo possa anche lasciare spazio, e anzi incoraggiare, altri settori. Tra questi l’agricoltura a Ischia sarebbe la prima scelta e per diversi motivi. La fertilità della terra, la biodiversità e, aspetto di grande rilievo, la cura del territorio che deriva dai terreni coltivati, costituiscono motivazioni molto forti. 

Certo, oggi l’agricoltore è una figura completamente diversa rispetto al passato. Oggi chi lavora la terra, ha bisogno di istruzione, di competenza, di conoscenze e di strumenti.

Non è un caso forse che in tutta l’isola stiano prendendo piede con costanza piccole aziende agricole familiari, nelle quali i giovani rivestono un ruolo fondamentale.  Il movimento turistico evidentemente non riesce più ad assorbire la manodopera come un tempo. Inoltre, pare che alcuni giovani abbiamo ricominciato ad assaporare il gusto della vita all’aria aperta. 

È chiaro che un’agricoltura locale florida potrebbe costituire un valido supporto al turismo. Non è un mistero che alcuni turisti amino i prodotti locali e ne vadano alla ricerca.

Chiacchierando con Filippo Florio

Un agricoltore esperto e appassionato

Siamo davvero a un punto di svolta, dunque?

Ne ho parlato con Filippo Florio, personaggio molto noto sull’isola per la sua passione per l’agricoltura. Tempo fa lo avevo incontrato dalle mie parti, a Cartaromana. Mi disse che da qualche anno coltivava, insieme al suo amico Marco, un terreno sulla collina di Soronzano, proprio lì vicino. 

Mi ha invitato a visitare il terreno non appena possibile. Intanto però non abbiamo perso l’occasione per fare due chiacchiere.

Subito scatta la prima domanda:

I giovani stanno riscoprendo la terra?
Filippo è prudente: “In parte sì, ed è sotto gli occhi di tutti. Le aziende agricole familiari crescono, da me vengono spesso giovani che vogliono imparare. Ma la prima cosa che io mi sento di dire a un giovane che vuole iniziare è questa: bisogna conoscere bene le leggi. Altrimenti alle prime difficoltà vai in panico“. 

In che senso?
Ti faccio un esempio. Nel mio terreno io propongo anche da mangiare e da bere, certo con alcune limitazioni. E lo posso fare grazie allo Street food agricolo, in base alla legge 205 del 2017 . Certo, devo essere ben attrezzato con strutture mobili e senza servizio a tavola“.

Insomma, non è come al ristorante. Non c’è il cameriere che ti serve a tavola.

Infatti. La legge parla di somministrazione non assistita. Ma tu che proponi questo servizio devi sapere esattamente quello che è consentito e quello che non lo è”.

Quindi, un turista o un residente può venire nei vostri orti e assaporare i vostri sapori. 

Certo, ma solo su appuntamento e in determinate occasioni. Devo dire che queste iniziative riscontrano un certo successo, come d’altra parte l’iniziativa Orti aperti. Invitiamo scolaresche e gente comune a visitare i nostri orti, a vedere come si lavora la terra e anche a festeggiare un compleanno in maniera alternativa”.

Tempo fa però mi dicevi che la politica non sempre vi aiuta. 

Con la Coldiretti siamo riusciti a ottenere qualche risultato. Per esempio sull’isola d’Ischia nel 2019 i Comuni di Ischia, Barano, Forio e Serrara hanno istituito i De.Co, (Denominazioni Comunali) i registri nei quali vengono inseriti i prodotti agroalimentari tipici di un luogo. È stato un passaggio importante”.

In questo modo il consumatore è tutelato dai falsi prodotti locali. 

Infatti. Tuttavia mancano ancora i disciplinari di produzione che in alcune zone d’Italia sono ben regolamentati

Di cosa si tratta?

I disciplinari si riferiscono alla tipologia del prodotto e alla modalità di semina, di raccolta e di conservazione. . Per esempio  tra i fagioli, ci sono gli zampognari, i fascisti e altri. Le modalità di semina e di raccolta possono essere differenti“.

Quindi i disciplinari sono un altro passaggio importante. 

In ogni caso bisogna anche dire che sono stati fatti dei passi avanti. Per esempio oggi la legge riconosce facilitazioni nelle assunzioni, almeno per i primi anni”.

Prezzi troppo alti?

Risparmiare si può

Tuttavia molti consumatori, anche quelli che frequentano il mercato Coldiretti, lamentano che i prodotti locali di Ischia sono troppo cari.

Bisogna sempre considerare che i costi di produzione sono maggiori rispetto ad esempio a Benevento.  Il territorio di Ischia è particolarmente difficile da coltivare in alcune zone, tanto che si è parlato in passato di agricoltura eroica“.

Quindi il prodotto locale è destinato a una élite, a persone che se lo possono permettere.

Filippo ha uno scatto di orgoglio:
Non è proprio così. Ci sono tanti modi per risparmiare. Per esempio, se ci aiuti nella raccolta, dopo acquisti il prodotto pagando il 50% in meno. La legge lo consente. Devo anche dire che quando lo abbiamo proposto, non si è mai presentato nessuno“. 

Ride di gusto. 

Ma c’è anche un altro modo. Se un condominio o un gruppo familiare acquista all’ingrosso, è chiaro che risparmia“. 

In effetti, è proprio l’uovo di Colombo. Ma a Ischia l’idea di mettersi insieme, è dura.

Tra l’altro tieni conto di una cosa: a Ischia data la diversità del terreno e delle condizioni climatiche, è possibile avere uno stesso prodotto in periodi diversi. Ti faccio un esempio: qui a Soronzano, i fichi sono già maturi in luglio, perché siamo vicini al mare e fa più caldo. A Buonopane in collina, non li avrò prima di settembre“. 

Quindi da luglio a settembre posso avere fichi freschi? Accidenti

Ma i giovani si sentono davvero motivati?

Io penso di sì. Il rischio è che alle prime difficoltà si abbattano. Ti posso confermare che alcuni giovani vengono da noi per imparare, altri per mettere a frutto la loro professionalità, per esempio i grafici e gli esperti di comunicazione“. 

E mi mostra con orgoglio il bigliettino che gli ha confezionato una giovane allieva dell’ Istituto Grafico di Ischia . 

Dunque nell’agricoltura possono convergere diversi tipi di professionalità. Un buon auspicio per il futuro. 

Ci lasciamo con una promessa.

Chiama Marco, mettiti d’accordo con lui per visitare il terreno. 

Ma certo. andrò prestissimo. Venite anche voi? Vi assicuro che vale la pena

Laura Mattera Iacono

Sono Laura Mattera Iacono. Traduco dal tedesco in ambito giuridico e scrivo in italiano per il web. Su questo blog racconto Ischia tra chiacchiere e caffè. Scrivo contenuti per il web per aziende turistiche di Ischia, Procida, Capri e Napoli

Per info ⇒ Contatti

2 commenti
  1. Paola
    Paola dice:

    Ho tanta speranza che si ritorni alla terra, non solo per trovarsi un lavoro, un’attività, va bene anche questo, ma proprio per capire a fondo da dove e come arriva il cibo che mangiamo, i prodotti di stagione, del territorio. C’è molto bisogno di questa confidenza con esperienze che sono semplici ma illuminanti. Ora non vedo l’ora di venire con te a visitare il terreno

    Rispondi

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